La piazza dei Signori a Vicenza è così bella che vuota lo è ancora di più. Si chiama “dei Signori” ma è la piazza del Palladio, che qui ha inventato il suo manifesto più famoso dopo la Rotonda, quella Basilica che è diventata testo vivo di architettura, il matrimonio tra equilibrio e movimento, tra monumentalità, leggerezza ed efficienza: perché la Basilica era un edificio pubblico, il luogo delle adunanze e dell’amministrazione, insomma la sintesi della città. Lo è ancora, con quel suo gran tetto a carena di nave, verde per il rame ossidato a contendere l’azzurro del cielo.
La Basilica è un modello, ma anche una modella: fotografata sempre, da tutti i lati, in tutte le stagioni, è la primadonna di un défilé palladiano che a Vicenza fa furore: palazzi palladiani ovunque, nelle vie che erano di impianto romano e poi medievale, a cambiar grandezze, modificare con magnificenza la scala dell’abitato. Una lista lunga così, per la quale si arriva dal mondo per stupirsi e studiare, per finire magari nelle sale del Palladio Museum, a palazzo Barbaran Da Porto.
I vicentini da cinquecento anni sono stregati dalla loro piazza, fino quasi a temerla.
Nei secoli, l’hanno riempita poche volte. Nella quotidianità ci passano per attraversarla, chi si ferma sono i turisti con il naso all’insù.
I vicentini, carattere che tende al chiuso, non la animano come si meriterebbe, se non nei giorni di mercato, giorni nei quali la piazza riceve e restituisce la vita. Altrimenti, si accontenta della sua bellezza. E infatti, dietro l’angolo, la statua di Andrea Palladio ha un’espressione pensosa, e non per il colombo appollaiato sull’illustre calvizie. Ma è bene sia così, perché la Basilica non può essere soffocata, e diremmo neppure troppo disturbata: basta a se stessa, starebbe bene ovunque, ma qui nel cuore di Vicenza sta meglio perché è la capofila di un discorso architettonico diffuso. E infatti in molti dicono – è facile – che il centro storico di Vicenza è come un teatro, quinte di pietra che si susseguono, niente a casaccio, tutto studio e proporzione.